Si è aperto oggi, 2 ottobre, a New York, il processo che vede imputato Donald Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti è alla sbarra con l’accusa di aver gonfiato il patrimonio familiare di 3,6 miliardi di dollari ingannando banche e assicurazioni.
Nell’udienza odierna gli avvocati del procuratore generale dello Stato di New York hanno accusato Trump di aver guadagnato un miliardo di dollari fornendo false informazioni finanziarie per oltre un decennio. A difendere il tycoon c’è l’avvocato Christopher Kise che come dichiarazione di apertura ha, al contrario, spiegato che non c’è nulla di illegale nelle finanze di Trump e della Trump Organization.
“Non c’è stato alcun intento di frode, non c’è stata illegalità, non c’è stata inadempienza, non c’è stata violazione, non ci sono stati profitti ingiusti e non ci sono state vittime – si legge nelle dichiarazioni di Kire riportate da Reuters – Trump è uno dei marchi di maggior successo al mondo e lui ha fatto una fortuna facendo i giusti investimenti immobiliari”.
Il procuratore generale Leticia James ha chiesto 250 milioni di dollari di multa, il divieto per Trump e i suoi due figli coinvolti (Donald Jr e Eric) di gestire attività commerciali a New York e un divieto di cinque anni relativo agli immobili commerciali.
Trump, già prima di entrare in aula, aveva commentato il caso come “la più grande caccia alle streghe di tutti i tempi. Ho costruito una grande azienda che ha alcuni dei più grandi patrimoni immobiliari del mondo. E ora devo andare davanti a un giudice disonesto”.