USA: Trump, “niente armi all’Ucraina se non tratta”

I gestori patrimoniali privati, guidati dal colosso mondiale Blackrock, hanno chiesto all’Ucraina di rimborsare i debiti nei loro confronti, in scadenza al 1° agosto prossimo. Si tratta di 20 miliardi di dollari.

A pochi giorni dal dibattito cruciale tra il presidente democratico uscente, Joe Biden, e il suo rivale repubblicano, Donald Trump, in programma per il giovedì, 27 giugno, è stato reso pubblico un piano di pace per l’Ucraina, presentato a Trump da un gruppo dei suoi consiglieri politici.

Come ha scritto in un servizio esclusivo l’agenzia di stampa Reuters “alcuni consiglieri chiave di Donald Trump hanno presentato all’ex presidente statunitense un piano per porre fine alla guerra in Ucraina se vincerà le elezioni presidenziali”. In sostanza il piano prevede di “dire a Kiev che continuerà a ricevere aiuti statunitensi solo se avvierà colloqui di pace con Mosca”.

Allo stesso tempo gli Stati Uniti aspetteranno dalla Russia una partecipazione costruttiva ai colloqui di pace con l’Ucraina. “Qualora Mosca dovesse rinunciare a negoziare, si tradurrebbe in un maggiore sostegno americano all’Ucraina”, ha dichiarato il generale in pensione Keith Kellogg, uno dei consiglieri di Trump per la sicurezza nazionale.

Intanto aumenta anche la pressione finanziaria sul governo di Kiev: dopo quasi due anni e mezzo di conflitto armato, i maggiori gestori patrimoniali privati hanno chiesto all’Ucraina di rimborsare i debiti nei loro confronti, in scadenza al 1° agosto prossimo.

Nel 2022 un pool di fondi d’investimento aveva deciso una moratoria di due anni sul debito ucraino nei loro confronti per un totale di circa 20 miliardi dollari. In vista della scadenza tra poco più di un mese, Kiev ha chiesto il “prolungamento per il rimborso e anche una riduzione del debito del 60 per cento”. Mentre una parte dei creditori, trainati dal colosso mondiale Blackrock, sarebbe stata disposta a prendere in esame a denti stretti la richiesta ucraina di “accettare ingenti perdite di 10-12 miliardi di dollari”, un altro gruppo di creditori, di cui fanno parte anche gli altri giganti internazionali del settore, Amundi, Pimco e Crédit Agricole, hanno detto di non essere d’accordo. I colloqui con il governo di Kiev, tenutisi nelle scorse settimane a porte chiuse, non hanno prodotto alcun risultato tangibile.

La proposta di un taglio del 20% del debito, avanzata dai creditori, è stata giudicata “insufficiente” dal ministero delle Finanze ucraino, che ha anche chiesto di “sostituire le obbligazioni esistenti con bond nuovi con scadenza non oltre il 2040, con interessi non superiori all’1% fino al 2027, per poi aumentare gradualmente”.

Secondo gli osservatori internazionali, sia i creditori privati che le istituzioni, dal Fondo monetario internazionale, all’Unione europea e agli Stati Uniti, sono preoccupati per le proporzione della corruzione in Ucraina che ostacola l’erogazione effettiva di aiuti finanziari al governo di Kiev, accusato di aver sottratto e trasferito nei paradisi fiscali una parte consistente dei finanziamenti occidentali. Come conseguenza, degli oltre 77 miliardi di euro, allocati dall’inizio del conflitto dall’Unione Europea, ne sono stati sborsati realmente meno della metà, ovvero 31 miliardi. Anche i programmi di sostegno del FMI sono legati strettamente a riforme nel settore fiscale e alla lotta contro la corruzione dilagante: l’FMI ha versato finora 5,4 miliardi di dollari sui 15 miliardi previsti nel piano quadriennale.