Nei 12 mesi passati le perdite finanziarie dei produttori agricoli russi sono state stimate in 1,2 miliardi di dollari, e quelle dei produttori di concimi chimici in 1,6 miliardi.
Da oggi tutte le navi che si dirigono verso Odessa o verso altri porti dell’Ucraina saranno considerate dalla Russia come “trasporti militari di armi e munizioni”, mentre i Paesi le cui bandiere porteranno queste navi saranno considerate della Russia come “coinvolte direttamente nel conflitto armato in Ucraina”. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo dopo che l’accordo sul grano ucraino, concluso nel 2022 dalla Russia, l’Ucraina, la Turchia e le Nazioni Unite ha smesso di funzionare il 17 luglio scorso. Parallelamente i rappresentanti russi hanno abbandonato il Centro di coordinamento a Istanbul.
Mentre l’Occidente accusa la Russia di far aggravare la crisi alimentare nel mondo e minaccia “pesanti conseguenze diplomatiche e non soltanto”, Mosca ha promesso di rifornire del proprio grano su base “assolutamente gratuita” i Paesi più bisognosi, in primo luogo quelli africani. L’offerta sarà concretizzata al summit Russia-Africa a San Pietroburgo la settimana prossima.
Intanto il presidente russo, Vladimir Putin, ha confermato la sua disponibilità a tornare nell’accordo del grano se gli ostacoli alle esportazioni agricole russe saranno rimossi. “La Russia potrebbe riconsiderare la possibilità di adesione al deal sul grano, qualora dovessero essere spianati – non a parole ma in realtà – tutti gli ostacoli posti dall’Occidente di fronte all’export dalla Russia di cibo e di concimi chimici”, ha detto Putin.
“In primo luogo tutte le banche russe, impiegate nei servizi finanziari delle esportazioni di generi alimentari e di concimi devono essere immediatamente ricollegate al sistema di telecomunicazioni interbancarie Swift”, ha sottolineato il leader del Cremlino. Inoltre Mosca chiede lo sblocco delle vendite alla Russia dei pezzi di ricambio per le macchine agricole d’importazione.
Putin ha stimato le perdite dei produttori agricoli russi nei 12 mesi passati a causa delle sanzioni occidentali in 1,2 miliardi di dollari, e quelle dei produttori di concimi chimici in 1,6 miliardi. Secondo Putin l’Occidente “ostacola il trasferimento gratuito” del grano russo ai Paesi in via di sviluppo. “Delle 262.000 tonnellate di grano russo, bloccate nei porti europei, siamo finora riusciti a organizzare la spedizione verso i Paesi più poveri di sole due navi”, ha detto il presidente russo, sottolineando il fatto, secondo cui “Mosca non ha niente contro l’accordo sul grano per sé stesso, ma vuole che tutti i suoi paragrafi siano rispettati”.
Nell’anno del deal, la Cina è riuscita a importare oltre il 30% del grano ucraino. Ma anche i “paesi-leader” del blocco anti russo non hanno fatto scrupoli di approfittare degli sconti del 30-40% sui cereali russi, che gli esportatori sono stati costretti ad applicare, pur per poter vendere all’estero almeno una parte del gigantesco raccolto cerealicolo, che nella stagione del 2022 è stato pari a oltre 153 milioni di tonnellate (di cui 104 milioni di tonnellate di frumento) mentre per il 2023 le previsioni parlano di 123 milioni di tonnellate.
Secondo i più recenti dati del ministero delle Finanze del Giappone, che controlla anche le statistiche del commercio con l’estero, nei sei mesi passati rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, Tokio ha aumentato di oltre cinque volte le importazioni di cereali dalla Russia.