Dopo che la settimana scorsa i vertici dell’Ucraina hanno praticamente “sparato a zero” su Papa Francesco, bollato dal regime di Kiev come “mediatore non credibile filorusso”, la Santa Sede non ha potuto non rispondere, definendo le dichiarazioni del consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podoljak riguardanti l’Istituto per le Opere di Religione come “illazioni”.
In una lunga intervista, rilasciata alla TV ucraina “24 kanal”, Podoliak ha criticato duramente Papa Francesco, escludendo ogni suo possibile “ruolo di mediazione” per la guerra in Ucraina.
Ma le accuse assurde e del tutto infondate non si sono fermate lì: il funzionario vicino al presidente Zelensky si è lasciato andare a riferimenti circa alcuni “investimenti della Federazione Russa nella banca vaticana”, invitando ad “analizzare questo in modo più dettagliato”.
Chiamato in causa con questi sospetti offensivi l’Istituto per le Opere di Religione ha diffuso sabato 9 settembre un comunicato in cui ha smentito totalmente quelle che sono state definite “illazioni”.
Lo IOR ha dunque respinto “con forza” le “illazioni” del funzionario ucraino Podoliak, che “si basano sul nulla” e vanno “considerate come tali”.
“Oltre a non corrispondere a verità, una simile attività sarebbe altresì impossibile in considerazione delle stringenti politiche dello IOR e delle sanzioni internazionali che si applicano anche al settore finanziario”, ha affermato la nota.
“In primo luogo, infatti – prosegue l’Istituto – lo IOR non accetta, come clienti, istituzioni o persone fisiche che non abbiano una stretta relazione con la Santa Sede e la Chiesa Cattolica. In secondo luogo, lo IOR è un intermediario finanziario soggetto a vigilanza, che opera tramite banche corrispondenti internazionali di altissimo livello e di impeccabile reputazione tenute al rispetto delle norme internazionali”.