Alla guida del Paese sudamericano dal 2013, ha ottenuto il 51,2% dei voti. L'opposizione protesta
“Il fascismo in Venezuela, la terra di Bolivar e Chavez, non passerà”. Con queste parole Nicolas Maduro ha salutato il risultato delle elezioni presidenziali del 28 luglio che lo hanno riconfermato alla guida del Paese.
“Non ci sono riusciti con le sanzioni, con l’aggressione, con la minaccia. Non ce l’hanno fatta ora e non ce la faranno mai con la dignità del popolo del Venezuela”, ha spiegato il leader che ha ottenuto il 51,2%.
Queste le prime parole del presidente Nicolas Maduro, che ha festeggiato con migliaia di persone riunite davanti al Palazzo Miraflores dopo che io Consiglio elettorale nazionale aveva dichiarato che “Il presidente uscente, Nicolas Maduro, ha ottenuto 5.150.092 voti, ovvero il 51,2%, mentre il suo diretto avversario, Edmundo Gonzalez Urrutia 4.445.978, ovvero il 44,02%”. L’affluenza alle urne sarebbe stata del 59%.
Critica la leader del movimento di opposizione María Corina Machado, che non si è potuta candidare per una sentenza di ineleggibilità, che nega la vittoria di Maduro e afferma che il vincitore sarebbe stato Edmundo González. “Vogliamo dire a tutti i venezuelani e al mondo intero che il Venezuela ha un nuovo presidente eletto. Ed è Edmundo González Urrutia. Abbiamo vinto e tutti lo sanno”, ha dichiarato Machado che sostiene che addirittura il 70% dei voti sarebbero andati al candidato di opposizione.
Congratulazioni sono arrivate dalla Bolivia, con il presidente Luis Arce che spiegato: “Ci congratuliamo con il popolo venezuelano e con il presidente Nicolás Maduro per la vittoria elettorale di questo storico 28 luglio. E’ un ottimo modo per ricordare il comandante Hugo Chávez. Abbiamo seguito da vicino questa festa democratica e siamo lieti che la volontà del popolo venezuelano sia stata rispettata nelle urne”. Complimenti arrivano anche da Cuba mentre, per rimanere all’America latina, dubbi sulle elezioni sono stati espressi da Argentina, Perù e Cile, il cui presidente Gabriel Botric ha definito i risultati “difficili da credere”.