A Vilnius, la capitale della Lituania, una delle tre repubbliche ex sovietiche del Baltico che conquistò l’indipendenza da Mosca nel 1991, sono arrivati i leader dei 31 Paesi-membri dell’Alleanza Nordatlantica.
L’11 e il 12 di luglio i due temi centrali dell’agenda sono il sostegno dell’Ucraina che sta tentando un’offensiva contro la Russia, nonché l’attenuamento delle tensioni interne che vanno dalla sostituzione del segretario generale, Jans Stoltenberg, la cui carica è stata prorogata ancora per un anno, al “no” della Turchia per l’ingresso della Svezia nel blocco.
Secondo le indiscrezioni che trapelano dalla Nato e che sono state rese pubbliche dal quotidiano britannico Financial Times a Vilnius sarà presentato un accordo su larga scale per sostenere l’Ucraina. Si tratta, ha scritto Financial Times “di una struttura multilaterale, nell’ambito della quale i Paesi firmatari dell’accordo potranno assumersi degli impegni bilaterali con l’Ucraina, riguardo agli aiuti militari e finanziari a Kiev”. L’accordo è stato promosso dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Germania e da molti altri Paesi-alleati.
È stato invece escluso per il momento l’ingresso formale dell’Ucraina nella Nato. Il presidente americano, Joe Biden, vuole ribadire il sostegno incondizionato di Washington a Kiev “lungo l’intera durata del conflitto”. Ma la Casa Bianca sembra incline alla cautela sul fronte dell’adesione dell’Ucraina all’Alleanza. Lo stesso Biden ha dichiarato di “non pensare che ci sia unanimità all’interno dell’Alleanza sull’includere o meno l’Ucraina nella famiglia Nato”, soprattutto “nel mezzo di una guerra”.
Anche per il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ha parlato ai giornalisti a margine della trilaterale Italia-Slovenia-Croazia ad Ancona, “la scelta più giusta sarebbe quella di dar vita a un Consiglio Nato-Ucraina per preparare il terreno ad una futura adesione di Kiev, che dovrà per forza avvenire dopo la guerra”.
Questo però non significa che “non ci sarà attenzione nei confronti dell’Ucraina o non sarà fatto di tutto per garantire l’indipendenza e la libertà del Paese”, ha sottolineato Tajani, secondo il quale “bisogna arrivare all’obiettivo gradualmente con passi che permetteranno di favorire anche il raggiungimento della pace”.
Infine ci si attende un acuto dibattito sull’adesione della Svezia, bloccata dalla Turchia. Ankara contesta il supporto offerto da Stoccolma ai leader dell’opposizione curda, bollato come “organizzazione terroristica”. Lunedì, alla vigilia del summit di Vilnius, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha incontrato il segretario generale, Stoltenberg, e il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, che hanno cercato in extremis di convincere Ankara di accendere finalmente la luce verde all’adesione della Svezia.