L’ex ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, è ricomparso martedì 25 luglio dopo un mese di misteriosa assenza. Ma non di persona, bensì come nome e cognome in uno scarne comunicato dell’Assemblea nazionale del popolo – come in Cina chiamano il Parlamento – che ha esonerato dalla carica il 57enne diplomatico, rimasto al timone della politica estera cinese per soli sette mesi. Al suo posto è stato nominato Wang Yi, già direttore dell’Ufficio della Commissione centrale per gli affari esteri del Partito comunista cinese, di fatto la massima carica diplomatica interna. Wang Yi aveva diretto il ministero degli Esteri cinese per 10 anni, prima di essere promosso lo scorso dicembre ai vertici del Partito comunista, mentre il suo posto è stato affidato a Qin Gang, tornato a Pechino da Washington, dove era stato per meno di un anno e mezzo Ambasciatore cinese negli Stati Uniti.
L’ex ministro era sparito dal pubblico il 25 giugno scorso e le autorità di Pechino non hanno mai voluto chiarire le ragioni della sua prolungata assenza. L’11 luglio nel corso di un consueto briefing un portavoce del ministero degli Esteri aveva parlato di “motivi di salute”, ma un’ora più tardi questa dichiarazione era scomparsa dal protocollo dell’incontro con i giornalisti. Tra le ipotesi che stavano circolando nei media internazionali, oltre a una grave forma del Covid, c’era anche una presunta relazione extraconiugale con una giornalista cinese della Phoenix Tv di Hong Kong, Fu Xiaotian, 40 anni. La sparizione di Qin Gang dalla scena pubblica ha costretto il Commissario capo per gli affari esteri dell’Unione europea, Josep Borrell, e il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ad annullare le rispettive visite ufficiali a Pechino.
Secondo molti osservatori internazionali non ci sono state “sbagliate interpretazioni della linea politica del Partito comunista cinese” dietro il siluramento di Qin Gang: come capo della diplomazia cinese aveva sempre usato toni molto duri nei confronti degli Stati Uniti, dopo il recente inasprimento delle tensioni tra Pechino e Washington. L’ultimo rappresentante dell’Amministrazione del presidente, Joe Biden, ricevuto dall’ex ministro, è stato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante la sua visita a Pechino a metà giugno.
Ma c’è stata anche un’altra nomina importante ai vertici del potere finanziario ed economico della Cina, che è passata quasi inosservata sullo sfondo della misteriosa sparizione e del clamoroso siluramento di Qin Gang. Sempre martedì, il Parlamento cinese ha promosso da vice governatore a governatore della Banca Popolare della Cina (l’Istituto centrale del Paese, Pboc), il 60enne Pan Gongsheng, di recente designato come segretario del Comitato centrale del Partito comunista cinese con la delega alla gestione della Pboc. All’inizio di luglio, Pan Gongsheng aveva avuto un colloquio con la segretaria al Tesoro degli Usa, Janet Yellen, in visita a Pechino.