Sorpresa, irritazione, sdegno. L’intervista di un giornalista conservatore americano al presidente della Russia è stata, prima ancora che ascoltata, bollata come menzognera. Un riflesso condizionato che anche nelle democrazie liberali nasce da lontano.
Così come da lontano è arrivata la crisi che ha trasformato l’Ucraina in campo di battaglia. Una guerra che i grandi vecchi della diplomazia e della politica internazionale del secolo scorso avevano suggerito di non provocare. Intanto è sfida senza esclusione di colpi tra i candidati alla Casa Bianca. Biden contro Trump, e viceversa, ma anche guerriglia all’interno dei due partiti alle prese con front runner tanto assertivi quanto criticati. Nel caso di Biden a pesare negativamente è anche il declino psico-fisico.
Alessandro Cassieri
Editor in chief