Un articolo di: Alessandro Betteghella
In breve

Accorciare le distanze, creare opportunità, dare supporto. Dal 2018 è operativa una realtà che aiuta le aziende italiane ad entrare in contatto con il mondo eurasiatico e sviluppare business.

Direttore operativo Patrol International S.r.l.

Olga Bugrova

Olga Bugrova è direttore operativo Patrol International S.r.l. e co-fondatore e Project Manager di OBICONS e ImportDesk: è inoltre
consulente Fidi Artigiani Verona per l’internazionalizzazione.
Laureata con lode in economia aziendale e commercio, master in marketing.

Alessandro Betteghella

Dottoressa, la Vostra è una realtà che aiuta le aziende a sviluppare business nel mondo russo ed eurasiatico. Com’è nata l’idea e quando?

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Olga Bugrova

L’idea è nata nel 2018. Durante la mia esperienza lavorativa ho visto quante difficoltà affrontano le aziende italiane per entrare e operare nel mercato russo e quanti errori e passi sbagliati fanno, quanto budget viene sprecato. Nell’ottica di aiutare gli imprenditori ad agire in maniera più efficace è nata l’idea di creare un’agenzia non di pura consulenza, bensì di “consulting operativo”, agendo come una divisione interna dell’azienda cliente per capirne esigenze e problematiche e risolverle. La nostra missione è di aiutare gli imprenditori ad espandersi verso i mercati esteri in breve tempo, evitando errori e rischi. Così è nata OBICONS. Dal 2022 OBICONS fa parte del gruppo Patrol international, una società che si occupa di internazionalizzazione a livello globale.

 

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Alessandro Betteghella

A chi è rivolto il Vostro servizio in particolare?

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Olga Bugrova

Alle società italiane di qualsiasi dimensione e settore che vogliano sviluppare o aumentare la presenza sui mercati esteri o aprirne di nuovi, oppure alle aziende che lavorano già all’estero e hanno bisogno di aiuto nelle attività operative o nella risoluzione di varie problematiche. L’importante per noi è che il prodotto o servizio del cliente abbia del potenziale. Per questo motivo partiamo sempre dall’analisi preliminare del progetto per ogni cliente. Una volta analizzato il potenziale del prodotto all’estero e scelto il mercato d’azione, in collaborazione con il management del cliente, creiamo la strategia di sviluppo. La nostra attuale clientela è composta al 70% circa da PMI Italiane i cui proprietari vogliono svilupparne il business; hanno il potenziale per lavorare all’estero, ma non hanno esperienza, formazione, budget o semplicemente non posseggono gli strumenti adatti. In questo caso noi li aiutiamo a creare le basi per l’internazionalizzazione, anche avvalendoci di altre realtà di sostegno all’imprenditoria; un esempio è la nostra collaborazione con Fidi Artigiani Verona, una realtà che aiuta le aziende ad accedere al credito e le supporta con consulenza e formazione.

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Alessandro Betteghella

Perché oggi un’azienda dovrebbe aver interesse ad investire in Russia?

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Olga Bugrova

Nonostante la situazione geopolitica molto instabile, le sanzioni e le difficoltà nella logistica e nei pagamenti, il mercato russo e quello dei paesi dell’ex Unione Sovietica possono offrire molto alle aziende italiane. Il mercato di questi paesi sta subendo cambiamenti enormi: molte multinazionali si sono ritirate ufficialmente dalla Russia, lasciando così spazio per aziende che prima non potevano entrare.

Altre società estere già presenti sul mercato non sono riuscite ad adattarsi ai cambiamenti, o hanno cambiato le loro priorità su scala globale a causa dell’insicurezza. Tutto ciò ha creato un deficit sul mercato russo e la redistribuzione delle quote del mercato, col risultato che molte nicchie sono ora libere. Questa situazione è instabile ma di sicuro, se valutata correttamente, presenta grandi potenzialità per alcune industrie italiane. Certo: la Russia al momento è un mercato considerato ad alto rischio, ma affrontare questo rischio può portare grandi profitti.

Parlando della situazione operativa confermo che l’interesse del business italiano verso la Russia nel 2022 è calato. Abbiamo lavorato molto con Paesi diversi perché molte aziende volevano riposizionarsi per non dipendere da un unico mercato, ma abbiamo anche aiutato delle aziende a capire come muoversi in Russia in queste nuove condizioni. Dall’inizio del 2023 invece riceviamo di nuovo molte richieste proprio per la Russia e i mercati extra UE confinanti. La situazione, pur restando non semplice, si è in parte stabilizzata: adesso possiamo già creare strategie e piani per le aziende italiane che vendono merci, ovviamente non sanzionate, su questo territorio.

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Alessandro Betteghella

Quali sono i settori che vanno per la maggiore?

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Olga Bugrova

Lavoriamo in quasi tutti i settori. Per la Russia ovviamente vale tutto ciò che non è sanzionato: food and beverage, industriale per settori civili (farmaceutico e HoReCa ad esempio). Invece per i paesi dell’Asia Centrale (i cosiddetti Paesi – Stan) non ci sono limiti all’export e import: ciò, insieme al trend di forte sviluppo degli ultimi anni, apre le porte alla maggior parte del business italiano.

Sempre parlando di opportunità, viviamo davvero una situazione di grande apertura: se prima riuscire ad aprire un canale di comunicazione con un responsabile dell’ufficio acquisti di un grande importatore o di una catena GDO in questi mercati era quasi impossibile per chi non sapeva muoversi sul mercato, oggi le aziende sono molto disponibili: valutano volentieri offerte e dialogano.

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Alessandro Betteghella

L’attuale situazione geopolitica è intricata. Sono ancora in molti a credere di poter far business con i territori eurasiatici?

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Olga Bugrova

Sì. L’Eurasia è un territorio molto grande. Kazakistan e Uzbekistan, ad esempio, stanno crescendo in modo esponenziale. Molte aziende private russe delocalizzano o aprono filiali di produzione in questi paesi per proteggersi dal rischio di essere sanzionate o per avere libertà nei pagamenti e nelle operazioni di import o export. Arrivano molti investimenti. Anche il business russo, dopo lo shock iniziale, riprende a lavorare molto. Se prima per il governo russo il programma di sostituzione dell’import con la produzione locale era una linea strategica di sviluppo dell’economia, adesso è diventato una necessità. Bisogna soddisfare la domanda di un popolo che ha poche soluzioni per spendere soldi all’estero (per mancanza di voli diretti in Europa e difficoltà nell’ottenimento dei visti) e che quindi investe e spende in Russia; intanto i paesi confinanti crescono in conseguenza alla situazione geopolitica.

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Alessandro Betteghella

Di recente si è tenuto in Uzbekistan il Forum Eurasiatico che ha attirato grande attenzione. Cosa ne pensa?

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Olga Bugrova

Seguo il Forum Eurasiatico da molti anni: è un evento politico e imprenditoriale molto interessante per un confronto, uno scambio di visioni ed esperienze. Poter osservare piani e tendenze nello sviluppo di aziende statali e private che influenzano l’economia dei paesi permette agli imprenditori interessati a quei territori di capire in quale direzione muoversi, li aiuta ad orientarsi. Il Forum è una grande fonte di idee per noi consulenti del settore dell’internazionalizzazione, ma a mio avviso è utile anche per coloro per cui il territorio non è strategico. Essere informati e capire l’andamento delle economie – sia quella italiana che quella dei paesi importanti a livello globale – e le azioni e strategie delle imprese che muovono le economie è indispensabile per gli imprenditori che guardano oltre i confini.

 

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Alessandro Betteghella

Quanto il mondo economico può fare per indurre anche quello politico alla cooperazione e alla pacificazione?

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Olga Bugrova

È una domanda che può essere trattata da molti punti di vista. La mia opinione è quella comune: il mondo economico influenza in gran parte quello politico. Gli interessi economici, nella maggior parte dei casi, sono alla base di ogni conflitto. La mia opinione, semplificando, deriva da questi concetti.

Ma se scendiamo dalle macrocategorie verso le PMI e il business privato, allora qui ogni imprenditore fa la propria scelta e può dare il proprio contributo nel creare una base per la collaborazione e la pace: ognuno di noi, rappresentanti del business, può fare la propria parte. Magari non siamo in grado di fermare un conflitto, ma possiamo almeno ridurre le conseguenze delle guerre e delle crisi economiche da esse derivate: creando posti di lavoro, garantendo stabilità ai dipendenti, sviluppando il proprio business per dare un contributo al mondo del lavoro, all’economia e al benessere delle famiglie; facendo beneficenza, creando o partecipando alle iniziative delle società no profit. Insomma, avere come scopo non solo il puro profitto, ma il miglioramento del mondo: suona un po’ come uno slogan da Miss Universo, ma personalmente credo davvero che ognuno di noi, soprattutto i proprietari di business, possa contribuire alla via per la pace.

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Alessandro Betteghella

Guardando ai prossimi anni quali scenari vede sul piano dello sviluppo economico sull’asse Italia-Eurasia?

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Riduci
Olga Bugrova

Al momento la situazione è troppo mutevole e imprevedibile per poter delineare degli scenari. Posso però affermare una cosa “basica” applicabile al business di qualsiasi dimensione: la collaborazione internazionale offre sempre enormi possibilità di crescita. Studiare e approcciare i mercati esteri, diversificare il portafoglio di fornitori e clienti, avere una presenza e flessibilità su scala globale è una strategia che garantisce stabilità ad un produttore italiano. Suggerisco agli imprenditori italiani di guardare con più attenzione ai mercati dell’Eurasia, che sono in forte sviluppo, “vergini e freschi”. In quei paesi si stanno sviluppando economia, produzione, cultura del business e collaborazioni con l’estero; quindi, le imprese italiane hanno molto da fornire e da insegnare. Credo che un focus su import ed export diretto su questo territorio offra molte opportunità.

 

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Direttore di Pluralia

Alessandro Betteghella