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IL SOLE 24 ORE: L’Europa chiede a Israele di porre fine «immediatamente» alle operazioni militari in corso a Rafah «perché queste stanno ulteriormente peggiorando una situazione umanitaria già molto difficile e porteranno inevitabilmente nuove tensioni nei rapporti tra l’Ue e Israele». È quanto scrive in una nota l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell.

LA STAMPA: Si rafforza l'asse Mosca-Pechino. In un'intervista ai media statali cinesi, il presidente russo Vladimir Putin ha lodato quello che definisce «il genuino desiderio» di Xi Jinping di risolvere il conflitto in Ucraina. L'intervista è stata pubblicata ieri, alla vigilia della visita in Cina di Putin, dove incontrerà il presidente cinese e con il quale discuterà anche della guerra. La Cina «comprende chiaramente» le radici della crisi ucraina e l'impatto geopolitico globale in base al suo documento in 12 punti del febbraio 2023, ha detto Putin lodando Xi come «un leader saggio e visionario». Putin ha infime osservato che «Meccanismi multilaterali quali i Brics e l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) stanno unendo i Paesi del Sud globale in uno spirito di uguaglianza, trasparenza e inclusività, spingendo per riforme nel sistema di governance globale».

AVVENIRE: L'Ue non ha potuto diffondere una dichiarazione a 27 sulla Georgia – come spesso accade in materia di politica estera – a causa dell'opposizione del premier di Budapest Viktor Orbán. Il testo è stato quindi diffuso a nome dell'alto rappresentante Josep Borrell e della Commissione. Ma anche qui c'è un piccolo giallo. Una prima versione, nel titolo, portava la firma di Borrell e di Oliver Varhelyi, commissario ungherese titolare dell'Allargamento; nella seconda comunicazione, invece, nell'intestazione spariva il nome di Varhelyi e compariva il riferimento alla Commissione.

DOMANI: Secondo il rapporto dell’Istat, nel 2023 la popolazione in povertà assoluta è salita al 9,8 per cento e ha raggiunto «livelli mai toccati negli ultimi dieci anni», per un totale di 5 milioni e 752mila persone, nonostante l’attenuazione dovuta all’impatto positivo del Reddito di cittadinanza. Rispetto al 2014, l’incidenza è aumentata di 2,9 punti percentuali. I dati sono ancora peggiori per i minori: 1,3 milioni di chi ha meno di 18 anni è in condizione di povertà assoluta. Cresce il lavoro povero: la quota degli occupati a rischio di povertà è all’11,5 per cento (nell’Ue è l’8,5), quella dei lavoratori dipendenti in povertà assoluta dell’8,2. E diminuisce anche il potere d’acquisto che, negli ultimi dieci anni, è sceso del 4,5 per cento.

IL MESSAGGERO: Si tratta di un segnale timido, che per ora non riesce a dare una direzione certa: i dati pubblicati ieri sull'inflazione ci dicono che la pressione sui prezzi negli Stati Uniti è diminuita nel mese di aprile. E questa è una buona notizia visto che si tratta della prima volta nel 2024. Quanto? Il consumer-price index, ovvero l'indice che misura l'inflazione, si è attestato al 3,4 per cento -rispetto a un anno fa, in ribasso rispetto al 3,5 per cento di marzo e in linea con le attese degli analisti. In tutto questo Wall Street continua la sua marcia in avanti a maggio, con Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq in salita di circa l'1%, sperando che il dato possa spingere la Federal Reserve verso un taglio al costo del denaro, che per ora sembra ancora lontano, forse in autunno.

AVVENIRE: Le principali big tech del mondo, tra cui Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Nvidia, emettono complessivamente più Co2 della Repubblica Ceca (130 milioni di tonnellate annue) e consumano più energia di Paesi come Belgio o Cile (91 milioni di MWh). Se fossero una nazione, queste sei aziende occuperebbero il 37° posto nel mondo nella classifica per consumi energetici, appena sopra il Cile e subito dopo il Bangladesh che conta una popolazione di circa 170 milioni di persone.
L’analisi prende in considerazione gli ultimi bilanci di sostenibilità dei sei colossi americani per capire il loro impatto sull’ambiente e delineare gli scenari futuri della sostenibilità del digitale: negli ultimi 3 anni il loro consumo energetico è cresciuto del 48%, ad un ritmo 5 volte superiore alla crescita del consumo mondiale.

IL SOLE 24 ORE: Una rivolta contro il suffragio universale. È di quattro morti, tra cui un gendarme, e centinaia di feriti il bilancio degli scontri a Nouméa, in Nuova Caledonia, contro la riforma costituzionale voluta da Parigi. Sono tra gli scontri più aspri - almeno dai cosiddetti Événements, dal 1984 al 1989 - nella storia del territorio d’oltremare francese, strategico per la posizione nel Pacifico e per le ricche miniere di nickel.
Emmanuel Macron ha chiesto al governo di dichiarare l’état d’urgence dopo aver convocato una riunione di crisi del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale. Martedì ha deciso di inviare rinforzi - 500 gendarmi, oltre ai 1.800 già presenti, prosecuzione del dibattito parlamentare ma anche avvio di negoziati con gli eletti locali, presto convocati dal primo ministro Gabriel Attal. Nell’arcipelago è stato anche imposto il coprifuoco dopo che nella notte di lunedì numerose case, strutture pubbliche e aziende sono state date alle fiamme e sono state saccheggiate. La misura non ha impedito nuovi scontri, più violenti, anche nella notte di martedì e si teme una terza notte di rivolta.
Il Sole 24 Ore

L’attentato a Robert Fico

Corriere della Sera

USA, ok alle armi a Israele

La Stampa

La disperazione delle nostre società alimenta le proteste per la Palestina

Il Fatto Quotidiano

Il numero due di Fico: “Bratislava guarda a est”

Il Sole 24 Ore

Allarme sul debito italiano

Avvenire

Congo: la guerra che nessuno vuole vedere

LE MONDE (FRANCIA): In Slovacchia, dopo il tentativo di assassinio del Primo ministro Robert Fico, la maggioranza crea divisioni. Il 59enne leader, “colpito da diversi proiettili”, è in condizioni stabili. Diverse personalità della coalizione di governo, dove cui il partito di sinistra nazionalista e ultraconservatore di Fico si scontra con l’estrema destra, hanno accusato, senza prove, l’opposizione di essere responsabile di questo attacco.

THE GUARDIAN (GB): I leader dell’UE hanno condannato il tentativo di assassinio “codardo” del primo ministro slovacco, Robert Fico, avvertendo che la violenza “non ha posto” nella politica europea. La sparatoria aumenterà le tensioni in vista delle elezioni di giugno, con attacchi contro politici tedeschi, spagnoli e irlandesi che già gettano un’ombra sulla vita pubblica. Fonti della Commissione europea hanno detto che l’attacco ha rischiato di alimentare ulteriori violenze in tutto il panorama politico.

VEDOMOSTI (RUSSIA): L’attentato a Fico ha fatto esplodere la situazione politica europea e diventerà un argomento durante la campagna elettorale europea, afferma Artem Sokolov, ricercatore presso il centro per gli studi europei del MGIMO. Fico è un brillante rappresentante della politica europea anti-Bruxelles e tutte le forze politiche useranno l’incidente ai propri fini. I populisti incolperanno le forze che rappresentano il mainstream politico nell’UE per quello che è successo. E loro attribuiranno la responsabilità agli oppositori per il fatto che il clima politico europeo è diventato molto aggressivo, riassume l’esperto.

POLITICO (USA) : Le radici della sparatoria di Robert Fico si trovano nelle amare divisioni della Slovacchia. La Slovacchia ha infranto un altro tabù che i cittadini del paese non avrebbero mai creduto sarebbe stato violato. In primo luogo è stato l’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak del 2018, che stava solo facendo il suo mestiere, ma lo ha pagato con la propria vita e quella della sua fidanzata, Martina Kušnírová. Sei anni dopo, il tentato assassinio di un primo ministro in carica. Alla conferenza stampa dopo l’attacco, Šutaj Eštok, il ministro dell’interno, ha chiesto la fine del linguaggio violento e degli attacchi sui social media che definiscono la politica slovacca nell'era Fico. “Voglio fare appello al pubblico, ai giornalisti e a tutti i politici perché smettano di diffondere odio”, ha detto. “Siamo sull'orlo della guerra civile.”

IZVESTIA (RUSSIA): Il viaggio del presidente russo in Cina è la sua prima visita all’estero dopo la rielezione. Putin ha spiegato la sua scelta con “il livello senza precedenti del partenariato strategico tra i due paesi”. Nelle precedenti quattro volte dopo la sua elezione erano stati scelti per la prima visita all’estero Uzbekistan, Ucraina, Bielorussia e Austria. È da notare che Vladimir Putin è andato in Cina 9 giorni dopo l’inaugurazione. Ci era voluto quasi lo stesso tempo per Xi Jinping per la sua visita in Russia nel 2023: 10 giorni dopo la rielezione come presidente della RPC, Xi era volato a Mosca. A proposito, nel 2013 la Russia era stato il primo paese che aveva visitato nella veste di capo dello stato.

THE NEW YORK TIMES (USA): Quando il leader cinese, Xi Jinping, ospita il presidente della Russia Vladimir V. Putin, i due leader dovrebbero presentare un fronte unito. Ma hanno programmi diversi. Putin sta cercando di intensificare la sua guerra in Ucraina prima che le forze ucraine possano ricevere un rifornimento di armi dagli Stati Uniti, e probabilmente vuole sapere che può contare sulla Cina. Xi cercherà di rafforzare il suo partner strategico e “vecchio amico”, ma è anche sotto pressione per evitare di alienare ulteriormente l’Occidente per il suo sostegno alla Russia. Putin molto probabilmente cercherà più aiuto da Pechino, che ha fornito un’ancora di salvezza al Cremlino da quando le sanzioni occidentali sono state imposte alla Russia per la sua invasione dell’Ucraina più di due anni fa. La Cina acquista enormi quantità di petrolio russo e fornisce tecnologie che aiutano Mosca a resistere al suo isolamento economico e a sostenere la sua macchina da guerra. Xi considera la Russia un importante contrappeso nella rivalità della Cina con gli Stati Uniti, ma rischia di alienare l’Europa, un partner commerciale chiave, in un momento in cui la Cina fa affidamento sulle esportazioni per rilanciare l’economia.

THE TIMES (GB): Putin e Xi: l’America dominerà i colloqui. Fresco del suo viaggio in Europa, il presidente cinese ospiterà il suo omologo russo con l’obiettivo di consolidare la loro partnership, ma con l’Ucraina in cima all’agenda. Russia e Cina sono unite nella loro determinazione a costruire un nuovo ordine mondiale, ha detto il presidente Putin alla vigilia di un incontro con il presidente Xi a Pechino. Il messaggio di amicizia del leader russo a Pechino è stato accuratamente elaborato per rafforzare la divisione tra Oriente e Occidente.

GLOBAL TIMES (CINA): La cooperazione economica e commerciale di Cina e Russia è fiorente su tutti i fronti nonostante le sfide globali. Si prevede che i due paesi potrebbero vedere un ulteriore miglioramento nella loro struttura commerciale bilaterale quest’anno, con il volume degli scambi destinato a raggiungere nuove vette, guidato da nuovi punti di crescita nelle industrie agricole e delle nuove energie, hanno detto i rappresentanti delle imprese e gli addetti del settore. Gli impegni in crescita si basano sul partenariato strategico globale di coordinamento Cina-Russia per una nuova era. Queste mosse offriranno anche una spinta significativa alla stabilità economica regionale e globale, dicono gli analisti.

INDEPENDENT (GB): Vladimir Putin arriva in Cina per incontrare Xi Jinping mentre l’Occidente guarda con crescente preoccupazione. Putin e Xi sono pronti a discutere i modi per rafforzare la loro partnership “illimitata”, annunciata in un precedente incontro tra loro quasi due anni fa. L’Occidente ha testato questa partnership facendo pressione sulla Cina per porre fine al sostegno economico e industriale che ha permesso alla Russia di attenuare l’impatto delle sanzioni americane ed europee tagliandola fuori dai mercati globali e dalle catene di approvvigionamento. Gli analisti hanno detto all’Independent che Pechino e Mosca cercheranno di trovare il modo di espandere il commercio bilaterale e eludere le sanzioni occidentali. “La visita di Putin a Pechino, che include una delegazione di membri del gabinetto russo e i capi delle banche statali e delle società energetiche, mostra che la “partnership globale di coordinamento strategico per una nuova era tra Russia e Cina continua ad andare avanti con tutta la forza”, ha detto Jonathan Ward, senior fellow presso l’Hudson Institute a Washington. Il dottor Ward ha sottolineato la necessità per l’Occidente di rendersi conto che questo è un “avversario combinato” e che è qui per rimanere. “La Cina ha gettato tutto il suo peso economico dietro la guerra di Putin, permettendogli di ricostituire rapidamente la sua base militare industriale nonostante le significative sanzioni occidentali”, ha detto, sostenendo che questo “significa che dobbiamo andare avanti con uno spettro più ampio di sanzioni contro le industrie e le aziende cinesi legate alla guerra di Putin”.

LES ECHOS (FRANCIA): Dall’inizio della settimana la Nuova Caledonia ha vissuto violenze la cui intensità raggiunge quella degli anni ’80. Di fronte all’aggravarsi della violenza in Nuova Caledonia, Emmanuel Macron non ha avuto altra scelta che dichiarare lo stato di emergenza. L’annuncio è stato fatto mercoledì, al termine di un Consiglio di difesa e sicurezza nazionale convocato d’urgenza all’Eliseo. Dopo una notte mortale durante la quale quattro persone, tra cui un gendarme di 22 anni, sono state uccise, l’Alto Commissario della Repubblica in Nuova Caledonia, Louis Le Franc, non ha nascosto la gravità della crisi durante una conferenza stampa. Ha parlato di una “situazione non grave ma molto grave”, temendo molte morti e una “spirale mortale”. “La situazione è insurrezionale. Stiamo andando dritto verso una guerra civile”, ha avvertito. Cercando di nascondere una forma di disperazione, ha chiesto la calma decine di volte. Per il momento, non è stato ascoltato. Anche le richieste di calma da parte dei partiti indipendentisti risuonano nel vuoto, con i rivoltosi che sfuggono al controllo.

AL-AHRAM (EGITTO): La bozza di dichiarazione del Vertice arabo richiede forze di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Palestina fino a quando non verrà implementata la soluzione dei due stati. Una versione non ufficiale della dichiarazione finale del 33mo Vertice arabo di giovedì in Bahrein include un invito degli stati arabi a “dispiegare forze di protezione internazionale e di mantenimento della pace sotto le Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati fino a quando la soluzione dei due stati non sarà implementata.” Secondo la dichiarazione, il Vertice di Manama sottolinea la responsabilità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per intraprendere azioni chiare per attuare la soluzione dei due stati. Chiede inoltre di “fissare una tempistica” del processo politico e dei negoziati e di adottare misure chiare per attuare questa soluzione. I leader arabi dovrebbero anche chiedere “misure urgenti per imporre un cessate il fuoco immediato e permanente, porre fine all’aggressione nella striscia di Gaza, fornire protezione ai civili e rilasciare prigionieri e detenuti.”

THE WASHINGTON POST (USA): Mentre Hamas rispunta al nord, il finale delle operazioni di Israele a Gaza non è in vista. Funzionari americani e israeliani stanno offrendo valutazioni sempre più smussate sulla resilienza di Hamas e sul fallimento di Netanyahu nel pianificare la Gaza del dopoguerra. I duri combattimenti al nord riprendono mentre l’IDF prosegue la sua campagna pesantemente criticata nella città meridionale di Rafah, a lungo presentata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu come la battaglia finale contro gli ultimi battaglioni intatti di Hamas.

ASHARQ AL-AWASAT (GB): Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato pubblicamente contestato sui piani post-bellici per la striscia di Gaza dal suo stesso capo della difesa, che ha promesso di opporsi a qualsiasi governo militare a lungo termine da parte di Israele dell’enclave palestinese devastato. In una conferenza stampa televisiva il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto che quasi subito dopo lo scoppio del conflitto, partito con l’attacco di Hamas del 7 ottobre, aveva cercato di promuovere un progetto di un’amministrazione alternativa di Gaza composta da palestinesi. “Chiedo al primo ministro di annunciare che Israele non governerà militarmente Gaza”, ha detto Gallant. “Un’alternativa al governo di Hamas dovrebbe essere stabilita ... L'indecisione eroderà i guadagni militari (della guerra).”

ASIA TIMES (HONG KONG, CINA): Netanyahu ha un piano che vada oltre la sua propria sopravvivenza? L’invasione di Rafah non eliminerà Hamas né porrà fine alla guerra, mentre il 71% degli israeliani vuole che Netanyahu si dimetta. Anche se Hamas non ha fornito ragioni per il suo attacco scioccante che ha iniziato la guerra in corso, è ragionevole supporre che fossero lungo le seguenti linee:
portare la causa palestinese in cima all’agenda in Medio Oriente in un momento in cui l’Arabia Saudita era sul punto di raggiungere un accordo di pace con Israele;
attirare l’attenzione internazionale sulle terribili condizioni di Gaza, che è stata descritta come la più grande prigione a cielo aperto del mondo;
alimentare la rabbia contro Israele il quale, rispondendo con forza eccessiva, attiri ampie critiche internazionali.
In questa logica Hamas ha teso una trappola a Israele, Israele ci è cascato. Data la situazione attuale, con Netanyahu lontano dal raggiungere i suoi obiettivi dichiarati con la guerra e le crescenti critiche internazionali, cosa rimane a Netanyahu? Sta affrontando pressioni da tutte le parti, senza avere buone opzioni.

LE FIGARO (FRANCIA): In Iran, c’è la minaccia di un cambiamento nella dottrina nucleare. In un contesto teso con Israele, il paese potrebbe accelerare la marcia verso la bomba atomica. Il 18 aprile, ventiquattro ore prima dell’attacco israeliano in Iran contro un’installazione militare nei pressi di un sito nucleare, Ahmad Hagtalab, alto funzionario delle Guardie Rivoluzionarie e responsabile della sicurezza degli impianti nucleari, ha affermato che la Repubblica islamica potrebbe rivedere la sua “dottrina nucleare” e le “dichiarazioni del passato” sul suo programma nucleare sviluppato per scopi civili. Quattro giorni dopo, quando Israele aveva reagito in modo calibrato all’attacco iraniano senza precedenti con droni e missili contro lo stato ebraico, un deputato ed ex comandante delle guardie rivoluzionarie, Javad Karimi Qoddoussi, ha spiegato a sua volta in un tweet che “se fosse stato dato il permesso, ci sarebbe voluta una settimana” perché l'Iran effettuasse il suo “primo test nucleare”.

THE JERUSALEM POST (ISRAELE): Quando si tratta della percezione della minaccia rappresentata dal programma di armi nucleari dell’Iran, tutto è cambiato il 13 aprile. Prima del 13 aprile, gli osservatori sapevano che la Repubblica islamica promuoveva un terrorismo di basso livello, selvaggio e imprevedibile, ma sapevano anche che Teheran evitava conflitti su larga scala. Questo significava sicuramente che, per quanto l’Iran volesse l’arma nucleare, non avrebbe traversato certe linee rosse per paura di un grande attacco. Gli Stati Uniti o Israele potrebbero effettuare operazioni importanti contro funzionari o strutture iraniane, sia a Teheran che in tutta la regione, ma gli ayatollah non reagirebbero troppo duramente per paura che in una vera escalation sarebbero schiacciati.

THE WALL STREET JOURNAL (USA): La Russia ha lanciato un satellite nello spazio nel febbraio 2022 progettato per testare componenti per una potenziale arma antisatellitare che avrebbe trasportato un dispositivo nucleare, hanno detto funzionari americani. Il satellite lanciato non trasportava un’arma nucleare. Ma i funzionari degli Stati Uniti dicono che è collegato a un continuo programma antisatellitare nucleare russo che negli ultimi mesi è una preoccupazione crescente per l’amministrazione Biden, il Congresso e gli esperti fuori del governo. L’arma, se schierata, darebbe a Mosca la possibilità di distruggere centinaia di satelliti in orbita terrestre bassa con un’esplosione nucleare.

THE ECONOMIC TIMES (INDIA): Porto di Chabahar: gli Stati Uniti ignorano la loro politica dichiarata di esenzione dalle sanzioni per l'India. Nel mettere in guardia l'India da potenziali sanzioni dopo che il Paese ha firmato un contratto decennale per la gestione del porto di Chabahar con l'Iran, gli Stati Uniti potrebbero aver ignorato una deroga che avevano precedentemente esteso all'India. Le fonti hanno sottolineato che nel novembre 2018 gli Stati Uniti avevano esentato l'India da alcune sanzioni per lo sviluppo del porto di Chabahar.

THE WASHINGTON TIMES (USA): “Non ha scelta”: i sondaggi che affondano spingono Biden verso il dibattito. Tra i bassi numeri dei sondaggi che hanno gettato nel panico i democratici e il team della campagna Biden, il presidente ha sfidato pubblicamente l’ex presidente Donald Trump a incontrarlo sul palco dello studio televisivo di Atlanta della CNN per un dibattito a giugno.

HINDUSTAN TIMES (INDIA): Joe Biden ha paura che suo figlio Hunter Biden finirà dietro le sbarre per il suo acquisto di una pistola, si legge in un rapporto. Il presidente ha confidato ai suoi consiglieri più stretti le sue paure. Hunter ha comprato la pistola mentre era presumibilmente dipendente dalla cocaina. Gli assistenti di Biden sono preoccupati che la sua ansia crescerà con l’avvicinarsi della data di inizio del processo del 3 giugno.

GULF TIMES (QUATAR): Il dollaro si è fortemente rafforzato negli ultimi mesi, in particolare nei confronti delle valute asiatiche. Un crescendo di discorsi di finanzieri apocalittici minaccia di spaventare i mercati. Lo yen giapponese sembra essere sull’orlo del collasso. La Cina potrebbe sentirsi costretta a svalutare, con conseguenze dannose per se stessa e per l’economia globale. Inoltre, la forza del dollaro non è un segno di disfunzione del mercato. Riflette il fatto che gli Stati Uniti hanno ottenuto risultati economici migliori rispetto ad altre parti del mondo. La rapida crescita degli Stati Uniti crea aspettative di lenta disinflazione. Quindi il Consiglio della Federal Reserve è incline a mantenere alti i tassi di interesse, o almeno a deludere le speranze di tagli multipli dei tassi quest’anno. Nel frattempo, una crescita più debole del previsto altrove significa che le altre banche centrali hanno meno motivi per preoccuparsi dell’inflazione, rendendo di conseguenza più probabile un taglio dei loro tassi.

THE ASAHI SHIMBUN (GIAPPONE): L’economia giapponese scivola, complicando i piani di rialzo dei tassi della BOJ. L’economia giapponese si è contratta nel primo trimestre, schiacciata dai consumi più deboli e dalla domanda esterna e ha lanciato una nuova sfida ai politici mentre la banca centrale cerca di sollevare i tassi di interesse da livelli vicini allo zero. I dati preliminari del PIL dell’Ufficio del gabinetto hanno mostrato che l’economia giapponese si è ridotta del 2,0% annualizzato nel periodo gennaio-marzo rispetto al trimestre precedente, più velocemente del calo dell’1,5% emerso nel sondaggio Reuters presso gli economisti.

LA NACION (ARGENTINA): Il ministro dell’economia argentino Luis Caputo ha parlato dell’indice di inflazione per il mese di aprile e spiegato perché il governo ha festeggiato l’8,8% mensile. “Si celebra la conferma che siamo sulla strada giusta”, ha detto a LN. Ha nuovamente criticato gli analisti che prevedevano uno scenario economico peggiore e ha insistito sul fatto che questo ha incoraggiato l’aumento dei prezzi. “Sono ottimista sul fatto che la ripresa sia molto vicina”, ha detto. “Stiamo facendo quello che abbiamo detto che avremmo fatto e quello che abbiamo detto che sarebbe successo sta accadendo”, ha sottolineato e riconosciuto che il piano di concorrenza delle valute è ancora in corso. “Si studia. Abbiamo tutto pronto per la dollarizzazione. Si sta esaminando nuovamente la situazione.”
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