Cina, l’Italia vince la “guerra” del Prosecco contro l’Australia

Le più celebri e diffuse “bollicine” italiane hanno ottenuto un’importante vittoria in Cina contro i produttori australiani.

La disputa ha visti contrapposti l’associazione che riunisce i produttori italiani riuniti nel Consorzio di tutela del Prosecco Doc e l’Australian wine and grape Inc., l’associazione che consorzia i produttori di vino australiani.

La contesa si basava sul fatto che per gli australiani “prosecco” identifica un vitigno e non un’indicazione geografica (IG). Nel 2009 era stato cambiato il nome del vitigno da prosecco a glera, identificando con “Prosecco” la DOC con un disciplinare che prevede l’utilizzo di un massimo del 15% di uve non Glera e solo uve provenienti dalle province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.

Ora in Cina i produttori italiani potranno utilizzare  il marchio registrato “Pu Luo Sai Ke”, ovvero la traduzione in cinese di Prosecco. Il Consorzio di tutela italianom che ha sede a Treviso, in Veneto, aveva provveduto per tempo a registrare il marchio nell’ambito dell’Accordo di cooperazione e protezione delle indicazioni geografiche tra l’Unione europea e il governo della Repubblica popolare cinese. La Beijing High Court ha così respinto il ricorso presentato dall’Australia che aveva interesse a esportare vino con la nota denominazione in Cina. “Prosecco” o “Pu Luo Sai Ke” potrà identificare solo vino prodotto in Italia.