COP28. Per il 2050 triplicare il nucleare

Decarbonizzazione: alla conferenza COP28 a Dubai gli Stati Uniti, affiancati da una ventina di Paesi, dalla Francia, al Giappone hanno annunciato di "voler triplicare l’energia nucleare entro il 2050″. Dalla dichiarazione congiunta mancano però le firme della Russia e della Cina

Alla COP28 i leader di 22 Paesi del mondo si sono messi d’accordo sulla necessità di triplicare la capacità energetica nucleare mondiale entro il 2050 rispetto al 2020 con l’obiettivo di offrire all’umanità una valida alternativa all’utilizzo dei combustibili fossili.

L’annuncio a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove sono in corso i lavori della Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28), è stato fatto da John Kerry, inviato americano per il clima del presidente, Joe Biden, insieme a diversi leader tra cui il presidente francese, Emmanuel Macron, e il primo ministro del Belgio, Alexander de Croo.

Per realizzare la transizione energetica bisognerà aumentare vertiginosamente la generazione di energia elettrica. Parchi eolici e centrali solari vanno bene, ma da sole le fonti rinnovabili “non potranno garantire la necessaria stabilità energetica che invece può fornire il nucleare che praticamente non produce emissioni di anidride carbonica”.

La dichiarazione congiunta è stata firmata dai rappresentanti di una ventina di Paesi tra cui oltre agli Stati Uniti e alla Francia figurano Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Finlandia, Ghana, Giappone, Moldavia, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina, Corea del Sud e Regno Unito. L’opinione pubblica internazionale è stata però colpita dal fatto che “all’appello sono mancati due i due principali costruttori di centrali nucleari al mondo, Cina e Russia”.

Alla presentazione della dichiarazione congiunta John Kerry ha sottolineato che “si riconosce il ruolo chiave dell’energia nucleare nel raggiungimento della neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 e nel mantenere a portata di mano l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi”. Secondo il rappresentante statunitense “sappiamo dalla scienza, dai fatti e dalle prove che non possiamo raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 senza l’energia nucleare”. Secondo il presidente francese, Emmanuel Macron, l’energia nucleare, compresi i piccoli reattori modulari, è una “soluzione indispensabile” per contrastare il cambiamento climatico. Anche Oliver Stone, celebre regista cinematografico americano, si è schierato dalla parte dell’energia nucleare: “Sì al nucleare per vincere la battaglia sul clima”, ha scritto nella sua pagina del social X (ex Twitter).

I Paesi firmatari hanno inoltre chiesto agli azionisti delle istituzioni finanziarie internazionali come la Banca Mondiale di includere l’energia nucleare nei loro finanziamenti. Per produrre l’energia atomica sicura ci vorranno nuove centrali i cui reattori dovranno utilizzare alcune tecnologie d’avanguardia, basate non più sui principi di “fusione” bensì su quelli di “fissione” del combustibile nucleare. E per concretizzare il processo di potenziamento del nucleare il Belgio ha annunciato che organizzerà a marzo 2024, insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), il primo vertice mondiale sul nucleare.

Vari gruppi ambientalisti hanno immediatamente denunciato la decisione di triplicare la capacità di generazione delle centrali nucleari, perché l’utilizzo dell’atomo pacifico come alternativa pulita ai combustibili fossili è molto controverso e ci sarebbero diversi rischi per la sicurezza delle centrali stesse e forti dubbi sullo smaltimento delle scorie radioattive.