Draghi: all’Europa servono enormi investimenti per transizione e competitività

L'ex presidente della Banca centrale europea ha parlato nel corso di una riunione informale con i ministri delle Finanze europei

L’Europa ha prosperato nei decenni di stabilità internazionale ma ora ha perso terreno e per essere competitiva deve investire. Tanto: oltre 500 miliardi di euro all’anno. E’ questa la ricetta di Mario Draghi, ex premier italiano ed ex presidente della Banca centrale europea, l’uomo scelto da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, per redigere un rapporto sulla competitività dell’Unione.

“Negli ultimi anni si sono verificati molti cambiamenti profondi nell’ordine economico globale e questi cambiamenti hanno avuto una serie di conseguenze, una delle quali è chiara: in Europa si dovrà investire una quantità enorme di denaro in un tempo relativamente breve, e sono impaziente di discutere di ciò che i ministri delle Finanze pensano e stanno preparando su come finanziare queste esigenze di investimento”. Sono le parole, riportate dall’agenzia italiana ANSA, che Draghi ha pronunciato a Gand (Belgio) dove si è tenuta una  riunione informale dei ministri delle Finanze dei Paesi europei.

L’obiettivo dell’incontro è quello di discutere sulla competitività presenta e futura dell’Unione europea e Draghi ha chiaramente indicato la strada da percorre: investire. Non solo soldi pubblici ma bisogna anche trovare un modo per “mobilitare le risorse private”. Secondo una stima del Governo francese riportata da Il Sole 24 Ore, a fine 2021 il risparmio privato europeo ammontava a 35mila miliardi di euro, un terzo di questo rimaneva sui conti bancari senza essere investito. Negli Stati uniti questa quota sarebbe ben inferiore, ovvero del 15%.

L’ex presidente della BCE ha fatto un paragone con gli Stati uniti partendo dalla crisi del 2010: in quel caso Washington tornò ai livelli normali in un paio d’anni, all’Europa ce ne vollero nove.  “C’è un gap di investimenti dell’1,5% del Pil pari a 500 miliardi di euro”. Questi sarebbero i fondi necessari per affrontare la transizione verde e digitale (vista in particolare la fulminea affermazione dell’intelligenza artificiale), altro denaro sarebbe necessario per gli investimenti produttivi e la difesa.  Servono insomma “azioni coraggiose”.