Russia: non vogliamo contrasti con la NATO

La Russia è interessata allo sviluppo delle relazioni costruttive con i Paesi dell’Alleanza nordatlantica e assolutamente “non voleva e non vuole rovinare questi rapporti”. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista all’emittente televisiva “Rossija 1”.

“La Russia non ha alcun motivo, e non ha alcun interesse – né geopolitico, né economico, né politico, né militare – di combattere con i Paesi della NATO. Non abbiamo rivendicazioni territoriali nei loro confronti e non desideriamo rovinare i rapporti con loro. Siamo interessati a sviluppare le relazioni”, ha sottolineato il presidente della Russia, commentando  le affermazioni del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, secondo cui la “Federazione Russa avrebbe piani di aggressione militare nei confronti dei Paesi membri dell’Alleanza atlantica”.

Putin ha sottolineato che i leader delle maggiori potenze del mondo, e ancor più il presidente dell’unico “reale ‘padrone’ della NATO”, che sono gli Stati Uniti, non possono non capirlo.

Un conflitto armato tra la Russia e l’Alleanza nordatlantica non lascerebbe alcuna possibilità di sopravvivenza all’umanità. A differenza dell’Occidente nell’ultimo anno e mezzo la Russia ha aumentato notevolmente la produzione degli armamenti, tecnica militare e munizioni. Come ha detto Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia e già presidente del Paese, nel 2023 il complesso militare-industriale ha prodotto 600 carri armati. Secondo il capo della corporazione statale dell’industria per la difesa “Rostech”, Serghej Chemesov, in un solo anno la produzione di carri armati in Russia è aumentata di 7 volte, di veicoli blindati di 4,5 volte, dell’artiglieria, dai cannoni ai lanciamissili, di 2,5 volte. La produzione di proiettili di vario tipo è cresciuta di 60 volte.

Domenica 17 dicembre, le forze missilistiche russe hanno caricato un nuovo missile balistico intercontinentale della serie “Yars” in un silo di lancio della base di Kozelsk, nella regione di Kaluga, 224 chilometri a sud-ovest di Mosca. Secondo un comunicato stampa del ministero della Difesa russo “il missile RS-24 “Yars”, lungo 23 metri, può essere usato per trasportare veicoli di rientro multipli con intercettazione di precisione di numerosi bersagli indipendenti del tipo MIRV, che consentono al missile di lanciare più testate nucleari contro diversi obiettivi”. Attualmente la Russia dispone di 150 missili intercontinentali Yars, ciascuno dei quali è dotato da 3 a 6 testate nucleari di una potenza compresa tra i 150 e i 500 Kiloton.

In precedenza, il 12 dicembre, nella base settentrionale della marina militare russa di Severodvinsk, Putin ha presieduto la cerimonia dell’alzabandiera di due sottomarini a propulsione nucleare che, secondo il leader del Cremlino, “faranno parte di una strategia di rafforzamento della potenza navale russa”. I due sottomarini, che portano i nomi di Krasnoyarsk e dell’imperatore russo, Aleksandr III, presto entreranno in servizio nell’area tra l’Arico e l’Oceano Pacifico. Il sottomarino Aleksandr III fa parte della nuova classe “Borei” di sottomarini lanciamissili nucleari della Russia. Il mese scorso il ministero della Difesa ha dichiarato che il vascello ha testato con successo il lancio di un missile balistico intercontinentale “Bulava”, dotato di 6 testate nucleari di una potenza di 150 Kiloton ciascuna. Invece Krasnoyarsk appartiene alla classe “Yasen-M” di sottomarini multiuso, equipaggiati con alcune decine di missili cruise a lungo raggio d’azione e ad alta precisione “Oniks” e “Kalibr”, che, secondo Putin, sono in grado di colpire sia obiettivi marini che quelli terrestri.