Un articolo di: Edward Lozansky

La storia dei rapporti USA-Russia dalla caduta dell'Unione Sovietica fino alla guerra in Ucraina. Dal riavvicinamento diplomatico, agli errori di Clinton fino all'allargamento della NATO. Sullo sfondo la minaccia di un conflitto nucleare che si può evitare solo attivando la via diplomatica: la neutralità dell'Ucraina è la questione chiave.

Cosa è andato storto? Perché si parla di nuovo di guerra nucleare?

L’elenco di coloro che prendono sul serio la minaccia incombente di una guerra nucleare continua a crescere, cerchiamo di analizzare cosa ci ha portato a questo triste stato di cose.

Durante la Guerra Fredda ci furono momenti di pericolo simili, ma John Kennedy e Nikita Krusciov, così come Ronald Reagan e Michael Gorbaciov, riuscirono a evitare lo scenario peggiore. George H.W. Bush nel 1990 parlò di un'”Europa intera e libera” e di una nuova “architettura di sicurezza da Vancouver a Vladivostok”, mentre Boris Eltsin, durante il suo discorso del 1992 alle camere congiunte del Congresso, esclamò: “Dio benedica l’America”.

Allora, cosa è andato storto? Perché si parla di nuovo di guerra nucleare? Secondo Washington, la colpa è di Putin e del suo desiderio di restaurare l’impero sovietico. Mosca punta il dito contro Washington per la sua visione di un ordine mondiale unipolare sotto l’egemonia statunitense.

Di seguito riporto la mia breve opinione, che sarei lieto di discutere con chi la pensa diversamente. Forse, durante questi scambi, potremmo trovare qualche idea per evitare la nostra reciproca estinzione.

La Russia ha considerato una minaccia esistenziale la dichiarazione della NATO, durante il vertice di Bucarest dell’aprile 2008, secondo cui l’Ucraina e la Georgia sarebbero entrate a far parte di questo blocco

25 dicembre 1991

La bandiera sovietica sul Cremlino viene ammainata, il bianco-blu-rosso russo (simbolicamente gli stessi colori della bandiera americana) viene issato. Sembrava che fosse arrivata una nuova era di pace, amicizia e cooperazione reciprocamente vantaggiosa, purtroppo, come vediamo ora, non è così.

1993 – 2001

Bill Clinton. La più grande rapina del XX secolo. Espansione della NATO.

Il termine “Russiagate” è entrato nello spazio mediatico americano molto prima della fallimentare campagna presidenziale di Hillary Clinton del 2016, quando cercò di incolpare la Russia per la sua sconfitta. Questo termine è stato usato per la prima volta dal corrispondente del Washington Post David Ignatius, che oggi è uno dei più duri critici della Russia. Ma già nel 1999, nell’articolo del Washington Post Who Robbed Russia?, aveva evidenziato alcune rivelazioni schiaccianti sulla rapina multimiliardaria alla Russia con l’aiuto della Bank of New York e con l’acquiescenza dell’amministrazione Clinton. “Permettendo agli oligarchi – in nome del libero mercato – di accaparrarsi le risorse della Russia e di travasare qualsiasi cosa di valore nei propri conti bancari offshore, gli Stati Uniti hanno avvelenato la transizione della Russia dal comunismo… Ciò che rende il caso russo così triste è che l’amministrazione Clinton potrebbe aver sprecato uno dei beni più preziosi che si possano immaginare: l’idealismo e la buona volontà del popolo russo, uscito da 70 anni di regime comunista. La debacle della Russia potrebbe perseguitarci per generazioni”, ha detto Ignatius.

Un rapporto del Congresso del settembre 2000 sui misfatti dell’amministrazione Clinton in Russia contiene molti altri dettagli sullo stesso argomento. 

Clinton ha anche avviato il primo ciclo di espansione della NATO nonostante le obiezioni di molti esperti di spicco, tra cui ex funzionari del governo statunitense, membri del Congresso e diplomatici. Ad esempio: cinquanta membri dell’Associazione per il Controllo delle Armi scrissero una lettera a Clinton in cui si diceva: “Noi sottoscritti crediamo che l’attuale sforzo guidato dagli Stati Uniti per espandere la NATO sia un errore politico di proporzioni storiche. Crediamo che l’espansione della NATO diminuirà la sicurezza degli alleati e comprometterà la stabilità europea”.

Il senatore Daniel Patrick Moynihan, democratico di New York, ha dichiarato durante un dibattito al Senato: “Saremo di nuovo sul filo del rasoio”. Moynihan ha continuato: “Stiamo parlando di una guerra nucleare. È curiosamente ironico che alla fine della Guerra Fredda potremmo trovarci di fronte a un Armageddon nucleare”.

Il senatore Joseph Biden (D-Delaware), pur definendo Moynihan “la persona più erudita e informata del Senato”, ha detto di non essere d’accordo con lui e ha spinto per l’espansione della NATO.

Uno dei più illustri diplomatici americani, George Kennan, ha definito l’espansione della NATO “un errore fatale di politica estera”.

2001 – 2009

George W. Bush. Ha ringraziato Putin per l’aiuto ricevuto dopo l’11 settembre, poi lo ha ripagato con la guerra in Iraq, l’abrogazione del trattato ABM, le rivoluzioni colorate nello spazio post-sovietico e le pressioni per far entrare Ucraina e Georgia nella NATO.

Ecco cosa disse Bush nel novembre 2001 dopo il sostegno di Putin all’operazione in Afghanistan un mese prima:

“Molte persone non hanno mai sognato che un Presidente americano e un Presidente russo potessero instaurare un’amicizia …. per stabilire un nuovo spirito di cooperazione e di fiducia in modo da poter lavorare insieme per rendere il mondo più pacifico…. L’ho portato nel mio ranch perché, come sanno le brave persone in questa parte del mondo, di solito si invitano solo gli amici a casa propria…. un nuovo stile di leader, un riformatore, un uomo che ama il suo Paese quanto io amo il mio…. un uomo che farà un’enorme differenza nel rendere il mondo più pacifico, lavorando a stretto contatto con gli Stati Uniti”.

Quanto buonsenso da parte di un uomo che avrebbe supervisionato due mandati disastrosi che hanno incluso la guerra in Iraq e l’abrogazione di uno dei più strategici trattati contro la guerra nucleare.

La Russia ha considerato una minaccia esistenziale la dichiarazione della NATO, durante il vertice di Bucarest dell’aprile 2008, secondo cui l’Ucraina e la Georgia sarebbero entrate a far parte di questo blocco militare.

2009 – 2017

Barack Obama. “Reset” di breve durata. Ha affidato il Dossier Ucraina al suo vicepresidente Joe Biden, che lo ha usato per coordinare il colpo di stato del febbraio 2014 in Ucraina, sotto la supervisione di Victoria Nuland, e per fare un sacco di soldi per la sua famiglia tramite Hunter, sia in Ucraina che in tutto il mondo. Il Russiagate 2.0, orchestrato da Hillary Clinton e dallo Stato profondo, ha fatto deragliare la presidenza di Trump e i suoi sforzi per migliorare le relazioni tra Stati Uniti e Russia.

2017 – 2021

Donald Trump. Accusato di essere un tirapiedi della Russia. Quattro anni di vessazioni da parte della “palude” di Washington. Sopravvissuto a due tentativi di impeachment. Ha perso le elezioni del 2020 grazie al successo della campagna virtuale di Biden e dei media corrotti per scaricare la colpa del “Laptop from Hell” di Hunter sulla Russia.

2021 – ora

Joe Biden. Rifiuto delle proposte della Russia nel dicembre 2021 per le garanzie di sicurezza reciproche che includevano uno status neutrale per l’Ucraina. Distruzione dei gasdotti Nord Stream. Dichiara il suo obiettivo di ottenere una devastante sconfitta strategica della Russia.  Continua a finanziare l’Ucraina con molti miliardi di dollari per “tutto il tempo necessario”.

Durante il recente discorso, pronunciato di fronte alla commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo, il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha ammesso che la guerra in Ucraina è il risultato dell’espansionismo della NATO. Nei suoi commenti ha affermato che “nell’autunno del 2021, Putin ha inviato una bozza di trattato che voleva che la NATO promettesse di non allargare mai la NATO, di rimuovere le infrastrutture militari della NATO dai territori di tutti i Paesi-alleati che hanno aderito alla NATO dal 1997, introducendo una sorta di membership di serie B, o di appartenenza di seconda classe. Così Putin è andato in guerra per evitare che la NATO, ancor più la NATO, si avvicinasse ai suoi confini. Noi la richiesta l’abbiamo respinta”.

Ebbene, Putin voleva solo che la NATO rispettasse l’impegno di “non espandersi di un solo centimetro verso Est”, assunto dai leader occidentali nei confronti di Gorbaciov in cambio della riunificazione della Germania. Il documento che lo conferma è disponibile negli archivi nazionali.

Se avessero accettato almeno una, a mio avviso la proposta più importante, dell’iniziativa russa, è quella che riguarda la trasformazione dell’Ucraina in uno Stato neutrale, Washington e la NATO avrebbero dimostrato buona volontà e disponibilità ai negoziati.  Purtroppo, hanno respinto questo piano completamente.

La questione principale è la neutralità dell’Ucraina

Conclusioni:

L’attuale minaccia nucleare finirà quando Washington ordinerà a Kiev di cercare soluzioni diplomatiche. Tuttavia, finché Biden sarà in carica, ciò è improbabile. Per lui la posta in gioco è troppo alta e gli interessi del popolo americano, che è favorevole a porre fine a questa guerra, sono secondari. 

Pertanto, stiamo entrando in due gare: le elezioni presidenziali statunitensi e il modo in cui evitare l’estinzione. 

La questione principale è la neutralità dell’Ucraina. Quanto è importante per il popolo americano rischiare l’annientamento?

Presidente e fondatore dell'Università americana a Mosca "American University"

Edward Lozansky