India: finita la prima fase delle elezioni democratiche più lunghe e imponenti del mondo

Un’ondata di caldo non ha ostacolato l’affluenza alle urne che ha superato in media il 60%

INDIA

1 425 775 850 abitanti (2023)

3 287 263 km2 territorio

28 Stati e 8 Territori è l’Unione indiana

Si è conclusa in India, un Paese di oltre 1,4 miliardi di abitanti, la cosiddetta “prima fase” delle elezioni legislative per il rinnovo del Lok Sabha (Camera del popolo), la Camera bassa del Parlamento indiano. Come ha fatto sapere la Commissione elettorale centrale di Nuova Delhi, l’affluenza alle urne è stata “elevata nonostante l’ondata di caldo”. Secondo i dati preliminari l’affluenza media ha superato il 60% degli elettori registrati nei 21 Stati e Territori dell’India, che per primi hanno potuto esprimere il voto il 19 aprile. L’affluenza alle urne più bassa è stata registrata in Bihar (47,5%) e in Rajasthan (50,9%), mentre in Tripura e in Bengala Occidentale ha votato rispettivamente il 79,9% e il 77,6% degli aventi diritto.

Il processo elettorale in India, il cui territorio è grande circa 3,3 milioni di chilometri quadrati,  è stato suddiviso in 7 fasi, che in totale – dall’inizio alla fine – dureranno per ben 44 giorni. Dei 28 Stati e 8 Territori dell’India 22 voteranno in un’unica fase, mentre per alcuni stati ci vorranno due o più giorni per portare a termine il delicato processo elettorale. Dopo l’inizio il 19 aprile delle elezioni più lunghe e imponenti del mondo, alle quali potranno partecipare 969 milioni di elettori, i seggi si riapriranno il 26 aprile, quando voteranno per la prima volta Karnataka e Kerala e torneranno invece a votare per la seconda fase Assam, Bihar, Chhattisgarh, Karnataka, Kerala, Madhya Pradesh, Maharashtra, Manipur, Rajasthan, Tripura, Uttar Pradesh, Bengala Occidentale e Jammu e Kashmir. Le fasi successive si terranno il 7 maggio, il 13 maggio, il 20 maggio, il 25 maggio e il 1° giugno, dopodiché in seguito allo spoglio delle schede elettorali, in programma per il 4-5 giugno, l’intero processo dovrebbe concludersi il 6 giugno, quando verranno annunciati i risultati.

Il voto per la Camera del popolo, composta di 545 membri, è particolarmente importante sul piano politico, perché il Lok Sabha è la più potente delle due Camere che compongono il Parlamento indiano. La coalizione che il 6 giugno sarà proclamata vincitrice, potrà nominare uno dei suoi membri eletti come primo ministro, che non ha limiti di mandato secondo l’ordinamento costituzionale.

Il principale favorito è l’Alleanza nazionale democratica (NDA), guidata dal Partito del popolo indiano (BJP) del premier, Narendra Modi, che attualmente al Lok Sabha controlla 346 seggi, di cui 296 sono del BJP. Alla vigilia delle elezioni Modi ha dichiarato che vuole portare la maggioranza a quota 400 mandati parlamentari. Il principale rivale della coalizione di Modi, si chiama il Congresso nazionale indiano (INC), principale forza di opposizione e capofila dell’Alleanza nazionale indiana per lo sviluppo inclusivo (INDIA), che nella migliore delle ipotesi potrà ottenere poco più di 100 seggi.

Infine bisogna tenere presente che la legge elettorale indiana prevede una quota pari a circa il 25% dei seggi, riservata ai cosiddetti “Dalit” (intoccabili), appartenenti alle fasce di popolazione più emarginate, e agli “Adivasi”, le tribù indigeni del subcontinente indiano. Nel 2023 il Parlamento indiano ha approvato una nuova misura per riservare un terzo dei seggi legislativi alle donne, ma l’attuazione di questa norma, bollata da molte forze politiche come apertamente “populista”, è stata rinviata per dopo il 2024.