Qatar Economic Forum: la sbilanciata politica “verde” dell’Europa minaccia nuove crisi

Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdelaziz bin Salman: “I politici occidentali non vogliono accettar l’impossibilità di realizzare rapidamente il sogno di sostituire petrolio e gas con energie rinnovabili”.

Il ministro dell’Energia del Qatar, Saad Al-Kaabi, sostiene che i politici occidentali siano esageratamente ottimistici per quel che riguarda la possibilità di sostituire nel giro di pochissimo tempo le fonti di energia tradizionali, come gas e petrolio, con quelle rinnovabili.

Il passaggio accelerato e non preparato abbastanza bene dell’Europa alle fonti rinnovabili dell’energia può causare molti problemi alle economie occidentali e addirittura provocare una nuova crisi energetica.
Il duro monito è arrivato dal Qatar Economic Forum, in corso in questi giorni a Doha, dove è intervenuto il ministro dell’Energia del Qatar e presidente della società statale gaspetrolifera “QatarEnergy”, Saad Al-Kaabi.
Per Saad Al-Kaabi il passaggio dalle fonti di energia fossili a quelli rinnovabili, o come questo processo è stato battezzato in Europa, “transizione verde” può costare troppo caro alle economie non soltanto dei Paesi europei, ma anche per quelli di tutto il mondo. “L’Europa è in prima linea di questo processo generalmente utile e necessario,- ma allo stesso tempo molto complesso, molto lungo e dispendioso in termini di tempo e incredibilmente costoso, in termini di denaro”, ha sottolineato Al-Kaabi.
La politica esageratamente aggressiva durante la “transizione verde” minaccia di mettere in ginocchio l’industria gaspetrolifera in tutto il mondo, lasciare i produttori senza gli investimenti, indispensabili per il normale funzionamento dell’industria e per lo sviluppo tecnologico del settore. “La stabilità economica e la responsabilità nei confronti dell’ambiente circostante non si escludono l’una l’altra e sono indispensabili per lo sviluppo armonioso dell’umanità”, ha detto Saad Al-Kaabi.
Con il collega del Qatar è più che d’accordo il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdelaziz bin Salman, che ha accusato i politici occidentali non meglio precisati “di indossare i paraocchi e di non voler vedere l’impossibilità di realizzare rapidamente il sogno di sostituire petrolio e gas con energie rinnovabili”.
Secondo i dati del settimanale russo “Expert” gli europei “dovrebbero dare retta alle parole di Saad Al-Kaabi”. E questo perché attualmente Qatar è il principale fornitore di gas in Europa. Nel novembre del 2022, Doha ha firmato il primo contratto a lungo termine con la Germania per la fornitura di gas naturale liquefatto (GNL): a partire dal 2026 e fino al 2041 “QatarEnergy” fornirà alla Germania tramite la “ConocoPhillips” due milioni di tonnellate di GNL l’anno. Ciononostante Berlino ha promesso di erogare “alcuni miliardi di euro” come finanziamento, destinato ad accelerare la “transizione verde” del Paese. Gli analisti hanno ricordato il fatto secondo cui il Fondo speciale per la sicurezza energetica, che deve finanzia i progetti climatici in Europa e non soltanto, ha un buco nel proprio budget di 13 miliardi di dollari.
Secondo l’agenzia “OilPrice”, il Governo di Doha sta elaborando un programma per aumentare la propria produzione del gas fino a 126 milioni di tonnellate l’anno, potenziano la produzione di idrocarburi presso i “Giacimenti Nord” del Qatar.
“I Paesi e i popoli europei sono riusciti ad attraversare la stagione invernale 2022-2023 senza molti problemi soltanto grazie a un caldo molto insolito per quel periodo dell’anno”, ha lanciato infine un monito Saad Al-Kaabi, secondo cui “il prossimo inverno potrebbe rivelarsi moto più freddo e molto più duro, perciò il peggio potrà ancora venire se ci sarà la carenza di combustibili tradizionali come gas e petrolio”.