India e Cina in gara nell’import petrolifero

Le sanzioni occidentali contro l'export petrolifero della Russia hanno permesso all’India di risparmiare 13 miliardi di dollari

India e Cina, i due giganti asiatici le cui popolazioni presto toccheranno quota 3 miliardi di abitanti, si contendono il primato del maggiore importatore globale di petrolio russo. In aprile del 2024 l’India ha vantato per la prima volta di aver superato la Cina come maggiore cliente dell’industria petrolifera della Russia. “India biggest importer of seaborne Russian crude in April, beats China” (L’India è il più grande importatore di greggio russo via mare in aprile, batte la Cina), ha titolato con l’orgoglio l’autorevole quotidiano economico e finanziario indiano “Business Standard”, sottolineando, che le importazioni petrolifere indiane dalla Russia in aprile hanno superato quelle cinesi di almeno 450.000 barili al giorno.

Secondo i dati dell’agenzia Kpler le importazioni indiane di greggio russo sono cresciute in aprile del 19% rispetto ai risultati del mese precedente per raggiungere quota record degli ultimi 9 mesi di 1,96 milioni di barili al giorno. Il volume totale delle importazioni petrolifere giornaliere indiane in aprile è stato pari a 4,86 milioni di barili – ancora molto indietro a quelle cinesi – dei quali la quota russa è salita al 40,3 per cento. Secondo un altro quotidiano indiano “The New Indian Express” nonostante le sanzioni che gli USA avessero imposto contro l’armatore russo “Sovcomflot”, la flotta dei tanker avrebbe portato in aprile nei porti indiani 1,54 milioni di barili di greggio “Urals” al giorno.

Il quotidiano indiano ha inoltre notato che “grazie alle sanzioni, imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati, tra cui l’Unione europea, contro Mosca, gli importatori indiani del petrolio russo hanno risparmiato 5,1 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2023 e ancora 7,9 miliardi dei primi 11 mesi dell’anno fiscale 2024”. Per la prima volta l’export petrolifero russo verso l’India ha superato quello dell’Arabia Saudita, l’ex maggiore supplier delle raffinerie indiane. Oltre ai prezzi favorevoli i trader hanno spiegato l’impennata dell’export russo con i problemi del Venezuela, il cui export di idrocarburi liquidi è stato nuovamente colpito dalle sanzioni statunitensi.

Secondo i dati dell’Amministrazione delle dogane della Cina, nei primi quattro mesi del 2024 il Paese ha importato greggio a un ritmo pari a 11,17 milioni di barili al giorno, che ha superato i risultati del corrispondente periodo dell’anno scorso di 290.000 barili al giorno.

Neanche l’Europa riesce per il momento a farne a meno dell’energia russa: il gruppo russo “Gazprom” continua a fornire nonostante tutto notevoli quantità di gas all’Europa attraverso il sistema di gasdotti ex sovietico, cha passa per il territorio dell’Ucraina. Come ha detto un portavoce dell’azienda, citato dall’agenzia di stampa “Tass”, attualmente “Gazprom” esporta verso la UE in media 42,4 milioni di metri cubi di gas al giorno. Il contratto della Russia con l’Ucraina sul transito del gas verso l’Europa, che costa a “Gazprom” oltre 1,3 miliardi di dollari l’anno, scade alla fine del 2024 e sarà molto difficile, impossibile quasi che venga prolungato.