Turchia-Hamas: incontro a Istanbul tra Erdogan e Haniyeh

Veto USA alle Nazioni Unite: l’Autorità nazionale palestinese vuole “riconsiderare profondamente” le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti

Recep Tayyip Erdogan

La Turchia continua a inasprire la tensione con Israele. Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che un giorno “Israele pagherà il prezzo molto caro per l’oppressione che infligge ai palestinesi”. Erdogan ha lanciato nuovi strali contro lo Stato ebraico in occasione dell’incontro, a porte chiuse, avvenuto sabato 20 aprile, con una delegazione  di Hamas, guidata dal capo dell’Ufficio politico del movimento islamista palestinese, Ismail Haniyeh.

“La Turchia continuerà a parlare a voce alta dei massacri di Gaza con ogni mezzo possibile e lavorerà con i partner della comunità internazionale per creare lo Stato indipendente di Palestina, che è la chiave per portare una pace permanente nella regione”, ha sottolineato Erdogan, citato in un comunicato stampa dell’Amministrazione presidenziale della Turchia, secondo cui “al centro dei colloqui con Haniyeh si sono trovate questioni delle nuove forniture sufficienti e costanti di aiuti umanitari a Gaza, nonché le vie per raggiungere una pace giusta e duratura nella regione”.

Intanto un’informazione molto importante è arrivata da Qatar, dove prima di recarsi a Istanbul, Haniyeh aveva avuto un incontro con il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. Secondo il capo della diplomazia turca “Hamas avrebbe preso una decisione drastica e in caso di istituzione dello Stato palestinese si sarebbe impegnata ad operare esclusivamente come entità politica, smilitarizzando il proprio braccio armato, le Brigate Ezzedin al Qassam”.

E mentre sono in stallo i colloqui indiretti di Hamas con Israele, mediati dagli Stati Uniti, dall’Egitto e dal Qatar, per il cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi, l’Autorità nazionale palestinese (ANP) ha annunciato l’intenzione a “riconsiderare profondamente le relazioni bilaterali con gli USA, dopo che Washington aveva posto il veto alla richiesta palestinese di adesione a pieno titolo alle Nazioni Unite”. Come ha dichiarato il presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), in un’intervista all’agenzia di stampa “Wafa”, mentre il “mondo è d’accordo sull’applicazione del diritto internazionale e sostiene i diritti palestinesi, gli Stati Unti continuano a sostenere l’occupazione, rifiutandosi di costringere Israele a fermare la sua guerra genocida”. Quello degli USA è stato l’unico voto al Consiglio di sicurezza dell’ONU, contrario alla proposta, che ha ottenuto 12 voti favorevoli della Russia, Cina, Francia, Giappone, Corea del Sud, Ecuador, Algeria, Malta, Slovenia, Sierra Leone, Mozambico e Guyana, mentre due delegazioni, della Svizzera e della Gran Bretagna, si sono astenute.

Dal punto di vista del presidente palestinese, “gli Stati Uniti hanno violato tutte le leggi internazionali e hanno calpestato tutte le promesse, riguardanti la soluzione dei due Stati e il raggiungimento della pace nella regione”.