Le ripetute minacce di Biden e dei suoi consiglieri di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, quando la sua dottrina militare prevede l’uso di armi nucleari in caso di tale sviluppo, dimostrano che la guerra nucleare, se non pianificata, almeno per caso, è già all’orizzonte.
Il consenso generale, almeno in Occidente, è che l’attuale crisi, che potrebbe degenerare in una terza guerra nucleare, sia iniziata il 24 febbraio 2022, quando Putin ha lanciato un’invasione “non provocata” dell’Ucraina.
Tuttavia, molti osservatori imparziali ritengono che tutto sia iniziato molto prima, vale a dire quando 8 anni fa l’Occidente appoggiò il colpo di Stato che portò ad un cambio di potere in Ucraina. Victoria Nuland a quel tempo era l’Assistente Segretario di Stato americano per gli affari europei ed eurasiatici (nella scala gerarchica questa è la posizione N°6 nel Dipartimento di Stato), e fu lei a coordinare questo colpo di Stato sul campo, guadagnandosi così la dubbia reputazione titolo di “madre del Majdan”.
E’ necessario menzionare la posizione della Nuland in quel momento perché durante questo colpo di Stato riuscì a offendere molti alleati degli Stati Uniti con la famosa frase “F*ck the EU!” Si può presumere che l’uso di un linguaggio osceno, soprattutto nei confronti degli alleati, avrebbe dovuto portare alle sue dimissioni immediate o almeno alla retrocessione. Tuttavia, il presidente Barack Obama e il segretario di Stato John Kerry hanno fatto esattamente il contrario, promuovendola alla posizione ben più elevata di N°3, sottosegretario di Stato per gli affari politici.
Una spiegazione è che abbia svolto un “buon” lavoro in Ucraina; Il colpo di Stato ebbe successo e fu insediato un regime di Kiev filo-NATO, in sostituzione di quello che, nonostante le elezioni legali, non era interessato ad aderire alla NATO.
Un’altra possibile ragione era che durante il colpo di Stato la Nuland era in contatto quasi quotidiano con il vicepresidente Joe Biden, al quale Obama aveva consegnato il portafoglio dell’Ucraina. Lo ha ammesso nella stessa conversazione telefonica trapelata con l’ambasciatore americano Geoffrey Pyatt. Tuttavia, questa confessione è stata leggermente viziata dal fatto che Nuland anche in questo caso ha utilizzato un linguaggio osceno.
Per quanto riguarda l’annuncio a sorpresa delle sue dimissioni, alcuni analisti sostengono che derivi dal suo fallimento nell’assicurarsi il posto N°2 per succedere a Wendy Sherman come vice segretario di Stato dopo che Sherman se n’era andata lo scorso luglio. Nuland ha dovuto usare il termine “facente funzioni” in questa carica, ma alla fine ha perso la battaglia, quando Biden e il segretario di Stato Antony Blinken hanno nominato Kurt Campbell per questa mansione.
Tuttavia, dopo che Campbell ha ricevuto questo incarico, Nuland ha parlato in una riunione presso il Centro per gli studi strategici e internazionali, dove non aveva ancora fatto alcuna menzione della sua intenzione di dimettersi. Invece, ha espresso ottimismo, dichiarando che “la situazione è cambiata a favore dell’Ucraina” e che molto presto “la Russia sarà sconfitta”.
All’inizio di febbraio 2024, durante il suo viaggio a Kiev, Nuland aveva promesso “sorprese” per la Russia sul campo di battaglia in Ucraina. Anche il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha assicurato alla stampa che “ci sarà sicuramente una sorpresa”. Sembra invece che Washington, Londra e Parigi abbiano ricevuto le loro “sorprese” quando la Germania ha annunciato la sua presenza militare in Ucraina.
Il vero motivo della partenza della Nuland prima o poi diventerà noto, dal momento che Washington è nota per aver fatto trapelare informazioni riservate, ma soprattutto, questo “angelo della morte”, come l’ha chiamata l’ex capo dell’ufficio editoriale internazionale del Washington Times e famoso storico Martin Siff, non è più alla guida del Paese.
Se si parla di sostituzione della Nuland, questa verrà sostituita per un breve periodo da John Bass, l’ex ambasciatore in Afghanistan, che verrà sostituito poco dopo, dopo la conferma al Senato, da Julianne Smith. Dato che Bass aveva precedentemente lavorato per Strobe Talbott durante il suo mandato come vice segretario di Stato nell’amministrazione Bill Clinton ed era un forte sostenitore dell’espansione della NATO, e Smith era una funzionaria del Pentagono e aveva servito come vice consigliere per la sicurezza nazionale dell’allora vice presidente Biden, difficilmente si può essere ottimisti su queste nomine.
Il vero cambiamento potrebbe arrivare dopo le elezioni presidenziali americane di novembre, ma la speranza di un cambiamento positivo è solo parziale. Anche se Trump vincesse e riuscisse a mettere insieme una squadra che condivida le sue idee secondo cui “seguire la Russia è una buona cosa, non una brutta cosa”, ci sono forze molto potenti che potrebbero impedirgli di attuare la sua agenda, come hanno fatto durante il suo primo mandato alla Casa Bianca.
Questo è ciò che scrisse l’eminente diplomatico americano George Kennan nel 1987, quando ancora esisteva l’URSS, nella sua prefazione al libro di Norman Cousins “La patologia del potere”: “Se domani l’Unione Sovietica annegasse nell’oceano, il complesso militare-industriale americano rimarrebbe sostanzialmente invariato finché non venisse inventato un altro avversario”.
L’ex analista senior della CIA Ray McGovern ritiene che il complesso militare-industriale degli Stati Uniti da allora si sia evoluto in una struttura molto più potente chiamata MICIMATT, che sta per complesso militare industriale – congresso – intelligence – centri di ricerca e analisi.
Una delle idee pubblicate sul Washington Times suggerisce che Trump, in caso di vittoria, convochi un vertice Jalta 2.0 con Putin e Xi. Si potrebbe prendere in considerazione anche la partecipazione di Modi e Lula. Devono iniziare a discutere il quadro per una nuova struttura di sicurezza globale. Dopo aver raggiunto un accordo preliminare, ciascuno potrà discuterlo con i propri alleati e partner per sviluppare un testo completo per tale dichiarazione.
Coloro che pensano che ciò non sia realistico possono presentare le loro idee costruttive, poiché abbiamo sempre meno tempo e il rischio di una terza guerra mondiale è in costante aumento. Quattro anni fa, l’ex segretario americano all’Energia Ernest Moniz e il senatore Sam Nunn avvertirono che “il mondo ha bisogno di un risveglio” poiché era un “sonnambulo verso un abisso nucleare”. E ora il mondo non è più semplicemente “sonnambulo”, ma sta “accelerando” in questa pericolosa direzione.
Le ripetute minacce di Biden e dei suoi consiglieri di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, quando la sua dottrina militare prevede l’uso di armi nucleari in caso di tale sviluppo, dimostrano che la guerra nucleare, se non pianificata, almeno per caso, è già all’orizzonte.