C’era una volta la controffensiva

La guerra in Ucraina procede in modo diverso dal previsto. L'esercito di Kiev si ritrova sulla difensiva, le truppe di Mosca avanzano. Mentre si allarga la distanza tra l'Occidente e il resto del mondo

Il 2023 è stato un anno catastrofico per gli affari geopolitici. La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata l’anno prima, continua ed è stata seguita dalla guerra tra Israele e Hamas, scoppiata il 7 ottobre.

L’auspicato collasso dell’esercito russo non si è verificato. Evgenij Prigožin, il capo della divisione Wagner, che metteva apertamente in dubbio l’autorità di Vladimir Putin, è morto, ufficialmente in modo accidentale. Il potere di Vladimir Putin è ora ancora più saldamente consolidato in Russia. Gli occidentali, che hanno deciso di ritirarsi dalla Russia per sanzionarla, le hanno permesso di recuperare 100 miliardi di dollari di beni abbandonati, praticamente a costo zero, che la potenza russa ha potuto ridistribuire a quanti gli sono più vicini.

La controffensiva ucraina, lanciata nell’estate del 2023, è fallita. La cosa più probabile in questo contesto è sicuramente che la situazione militare si congelerà, consentendo alla Russia di conservare parte del territorio ucraino. Ciò costituisce una pesante sconfitta per l’Occidente poiché esso stesso ha affermato che perderebbe la sua credibilità se l’Ucraina perdesse la partita e se, per impostazione predefinita, Putin vincesse la guerra. La questione ucraina è oggetto di un intenso dibattito anche negli Stati Uniti, dove repubblicani e democratici discutono se continuare o meno a sostenere in maniera massiccia l’Ucraina. La Casa Bianca continua a sostenere massicciamente Kiev, ma se Donald Trump dovesse tornare al potere l’anno prossimo, gli aiuti americani all’Ucraina sarebbero di fatto sospesi. Vladimir Putin riuscirà, almeno dal punto di vista della comunicazione, a trionfare. Il grande errore dell’Occidente è aver confuso l’auspicabile (la sconfitta della Russia) e il possibile.

Tuttavia, i rapporti demografici sono a favore della Russia: ci sono quattro volte più russi che ucraini. L’industria della difesa russa opera a pieno regime e beneficia del sostegno di Iran e Corea del Nord. La Russia è indebolita dalla partenza di molti russi fuggiti dalla repressione e dalla mobilitazione. E’ tagliata fuori dal mondo occidentale unito contro di essa, ma d’altro canto conserva delle carte da giocare in quello che viene descritto come il “Sud globale”. Possiamo dire che la guerra di Gaza ha giocato a favore della sua agenda.

Infatti, il 7 ottobre 2023, Hamas ha lanciato attacchi mortali contro Israele. Israele ha intrapreso una vasta operazione militare a Gaza per sradicare Hamas. Effettuando massicci bombardamenti che hanno già causato più di 24.000 morti e creato una situazione umanitaria catastrofica. Gaza è un cimitero di bambini. Se nulla giustifica gli attentati del 7 ottobre, nulla giustifica i bombardamenti massicci e indiscriminati sulle popolazioni civili altrimenti soggette a blocco.

Questa situazione in Medio Oriente offre a Vladimir Putin un vero argomento contro l’Occidente. Questi ultimi hanno infatti continuato a chiedere ai Paesi del Sud del mondo, non occidentali, di adottare sanzioni contro la Russia che aveva acquisito i territori con la forza e bombardato le popolazioni civili, cosa vietata dalla legge internazionale. Ma gli stessi Paesi occidentali riconoscono il diritto incondizionato di Israele a difendersi mentre Israele occupa anche territori e bombarda anche popolazioni civili.

Ci sarà un prima e un dopo il 7 ottobre per l’opinione israeliana, ferita. Pensava di vivere in un santuario al sicuro dai pericoli e ha scoperto che non era così. Questi attacchi sono stati uno shock innegabile per Israele. Ma ci sarà anche un prima e un dopo la guerra di Gaza perché le immagini delle popolazioni civili palestinesi di Gaza sotto i bombardamenti israeliani che vediamo ora, forse meno visibili nel mondo occidentale ma sono ampiamente diffuse in tutto il mondo e segneranno anche le coscienze collettive.

In entrambi i casi, a vari livelli, esiste una differenza di apprezzamento tra Paesi occidentali e non occidentali. I Paesi occidentali condannano la Russia e sostengono Israele. I paesi non occidentali ritengono che sia del tutto anormale condannare la Russia e non condannare Israele per il bombardamento delle popolazioni civili. Questa differenza di percezione sta crescendo e isolando il mondo occidentale dal resto del mondo.

Geopolitologo, direttore IRIS

Pascal Boniface