Le mire di Mosca su Odessa rispondono a una logica plurisecolare. Tutte le grandi potenze, dall'Impero Britannico a quello Giapponese, hanno sempre voluto controllare gli sbocchi sul mare dei paesi potenzialmente nemici

Una delle questioni essenziali nella lotta tra Ucraina e Russia è il possesso della costa del Mar Nero, che ha Odessa come chiave di volta. La questione non è nuova: durante la guerra di Crimea, dal 1853 al 1856,Odessa – allora russa – fu bombardata dalle marine britannica, ottomana e francese. Per comprenderne le implicazioni è utile guardare ad alcuni precedenti storici.

In effetti, cosa ne sarebbe di un’Ucraina priva di uno sbocco sul mare? Sarebbe simile a ciò che è diventata la Mongolia, vale a dire i resti continentali di un impero Xiongnu che un tempo aveva accesso al Mar Giallo. Questo è il motivo per cui le forze occidentali, in Ucraina, si concentrano sull’indebolimento della marina russa. Per evitare che blocchi Odessa.

A titolo di confronto ricordiamo che in occasione del Trattato di Karlowitz (1699), l’impero ottomano ottenne l’accesso all’Adriatico acquistando la regione di Neum dalla Repubblica di Ragusa. L’impero austriaco, dopo aver fallito il riacquisto dell’enclave, ha mantenuto una nave da guerra davanti al suo porto fino al 1878.

Naturalmente, l’annessione di un ricco sbocco sul mare porta felicità agli imperi continentali. Bonaparte non trasse forse un notevole vantaggio dall’annessione della costa dei Paesi Bassi nel 1810? La complementarità economica con l’Inghilterra venne immediatamente minata. Per quanto riguarda la guerra del Pacifico (1879-1884), essa assomiglia sorprendentemente alla vicenda russo-ucraina. E, a proposito degli interessi marittimi britannici, il Cile privò la Bolivia del suo unico accesso al mare.

In realtà, molti imperi hanno sperimentato la perdita di una finestra sul mare. In seguito all’assedio di Port Arthur (1904-1905), la Russia perse la sua enclave marittima a favore del Giappone. Nel 1918, l’impero Austriaco patì una dissoluzione navale perdendo la sua costa adriatica. Nel 1956, i francesi e gli inglesi dovettero rinunciare a Suez. Tra il 1961 e il 1991, la guerra d’indipendenza dell’Eritrea riportò l’Etiopia al suo status di Stato continentale.

Si ricordi infine che la Germania, umiliata nel 1918, nel 1939 lanciò un attacco al corridoio di Danzica per realizzare la congiunzione con la Prussia orientale. In questo caso specifico, l’esistenza di un’enclave germanica ha funzionato come una calamita. Sarebbe diverso con la Transnistria?

Docente Università di Poitiers e Rennes School of Business. Specialista in Russia, Cina e Iran.

Thomas Flichy de La Neuville